[Club report] Boiler Room Napoli – 10/12/2015


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Napoli: città di attori, cantanti, scrittori, poeti, e musicisti. Possiamo fare elenchi di luoghi comuni negativi su Napoli ma l’unica verità è che è una città bellissima, nella quale la passione per ogni forma d’arte scorre nell’aria.

10 Dicembre 2015: Napoli per una notte si trasforma nella capitale Italiana della musica elettronica. Tutta italia guarda cosa succede a Napoli e da tutta Italia arriva gente per assistere alla seconda Boiler Room tricolore.

Arriviamo alla conferenza stampa con un po’ di ritardo, ma comunque in tempo per assistervi. Non siamo alla tradizionale conferenza stampa fatta in un salone freddo e sterile in cui c’è un confronto frontale con i protagonisti dell’event. Siamo nel punto vendita di Deliberti, e sembra più di essere ad una festa a tra amici, in un contesto caldo ed informale nel quale si possono incontrare gli organizzatori, gli altri operatori, e gli artisti. Approfittiamo del rinfresco, fino a che non incontriamo Markantonio, che ci concede il tempo per rispondere ad alcune domande che siamo curiosi di fargli (Link intervista).

Scocca l’ora X, ed è ora di spostarsi verso una destinazione sconosciuta. Boiler room vuol dire anche questo: nessuno sa dove sia, ne chi è stato invitato fino a che non si è dentro.

Saliamo su dei taxi che ci portano in un parcheggio, dove le hostess di BR ci danno i bracciali di ingresso. La procedura è snella, efficiente, e veloce: quasi inaspettatamente, noi italiani, stiamo imparando ad essere “bravi” anche in queste cose. Nel parcheggio troviamo le navette che ci porteranno alla Boiler. Sembra il copione di un film, ma è tutto reale. Partiamo ed arriviamo a destinazione.

Siamo al Duel Beat, il locale per eccellenza quando parliamo di serate a Napoli, entriamo ed il posto si affolla gradualmente. Capiamo subito che chi ha organizzato l’evento sa come fare le cose a regola d’arte: dobbiamo dare il giusto merito a Beatside, che ha dimostrato grande professionalità e competenza.

Il posto è pieno, ma non c’è ressa. Sembra sia stato calcolato minuziosamente il numero di persone a cui concedere l’ingresso per non esagerare. L’impianto luci ed audio è di Serie A, e non c’è da stupirsi conoscendo vagamente la lista degli ospiti che sono passati di qua.

Come in ogni boiler room che si rispetti non esiste distinzione di “zona” nel locale: la cosa importante è che i Djs abbiano lo spazio necessario per lavorare serenamente, per il resto niente privèe o aree off limits. La line-up è tutta “km 0”: a differenza della boiler room di Milano i djs sono tutti italiani, e distano di poco dai loro luoghi d’origine.

La musica è già partita, dando il via alla scaletta che vede esibirsi Fabio Folco, Gaetano Parisio, Luigi Madonna, Markantonio, e Joseph Capriati. Una successione di Djs a dir poco stupefacente: dall’apertura al set di chiusura, è stato un continuo e lento aumentare di intensità, un susseguirsi di musicalità differenti, come se tutti i Djs fossero perfettamente in sincronia dal primo all’ultimo. Delle selezioni di grande musica, degna di un evento di questo livello, in cui la techno più tradizionale si è lasciata mischiare con alcuni spunti più Tech e Deep. Una prova di grande musica per la qualità delle tracce de dei mixaggi. la scaletta prevede prima la “nuova leva”, Fabio Folco, che insieme allo storico Gaetano Parisio scaldano il pubblico con grande abilità e con un set deciso ma non troppo impegnativo per la pista: un’apertura perfetta, soprattutto se pensiamo al fatto che è la parte più difficile e delicata di una serata. A seguire ci sono i 3 Big, nel vero senso della parola, che ereditano un pubblico carico e lo tengono saldamente in pugno. Luigi Madonna e Markantonio regalano due set perfetti sotto tutti i punti di vista: ritmi e sonorità vive e colorate, mai banali o ripetitivi. Traccia dopo traccia hanno “giocato” con il dancefloor con la naturalezza e la capacità di chi ha fatto di una passione un mestiere che li porta in giro per il mondo a raccogliere successi. A chiudere l’evento c’è l’ormai superstar Joseph Capriati, e su di lui è quasi superfluo spendere parole: era difficile fare meglio di chi lo ha preceduto in consolle, ma lui ce l’ha fatta, tanto da obbligare organizzatori e proprietari del locale a spostare la fine dell’evento di circa 30 minuti oltre il previsto.

Un evento che lascia dei bei ricordi per chi c’era, che segna un altro punto per una scena musicale che ha dato tanto e tanto ancora può dare, e che mette definitivamente un punto alle sterili polemiche che hanno preceduto questo appuntamento.

Un grazie speciale ad Andrea Vannelli e Leo Perini, nostri inviati speciali per l’occasione!

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(photo credits: G. De Angelis-Wase Visual Communication)