Intervista a Joe T Vannelli

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Abbiamo intervistato per Voi uno dei personaggi più famosi ed importanti del panorama House ed elettronico italiano ed internazionale: Joe T Vannelli!

Un nome che non ha bisogno di presentazioni o preamboli: da sempre sulla cresta dell’onda, mr. Vannelli continua a macinare successi su successi, ed ha deciso di concederci qualche minuto per rispondere alle nostre domande!

 

Joe T Vannelli: ha iniziato quando il dj era una professione praticamente inesistente.  Come sei finito dietro a 2 giradischi?

Ho iniziato nel 1977, quando stava esplodendo la discomusic. Sono entrato a Radio Milano International e ho capito quale sarebbe stato il mio sogno, la mia vita: diventare dj. In discoteca ho iniziato al Si o Si, sostituendo di tanto in tanto il dj resident, così come è stato fondamentale per me e per tanti altri frequentare i negozi di dischi”.

Dj, producer, label manager, e speaker radiofonico: sei oggi una delle figure professionalmente più complete oggi esistenti in Italia. Quali sono state le tappe chiave che ti hanno portato fino a questo livello?

“Difficile riassumerle. Ogni tappa è stata fondamentale: la mia prima serata, la mia prima residenza, i dischi, le produzioni, i remix, le tournée…. Potremmo andare avanti per ore!”.

Hai visto nascere e crescere il mondo della musica elettronica, ed hai avuto la fortuna di vivere questi cambiamenti sempre dall’interno. Com’è cambiato il modo di vivere la musica dagli inizi ad oggi? Oggi la musica House è praticamente alla portata di tutti ed ovunque, ma quando è arrivata in Italia immagino non fosse cosi.

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Noto un ritorno all’utilizzo di suoni e idee che in fondo non se ne sono mai andati: voci calde, linee di basso potenti… Cambia il pubblico, cambiano i club ma non la voglia di ballare musica che comunque suoni nuova e sappia far brillare la pista: non se ne può più di locali dove si mettono gli stessi brani con la stessa sequenza…”.

Oltre che un dj famoso in tutto il mondo, sei anche un producer di primissimo livello. Nel tuo curriculum c’è tutto quello a cui un producer aspira, tra collaborazioni, primi posti nelle classifiche, riconoscimenti di altissimo livello: partendo però dalla base di tutto, dalla nascita di un possibile successo, come nasce una produzione “made in Joe T Vannelli”? Sei più da ispirazioni istantanee o tendi a chiuderti in studio per ore/giorni fino a che non nasce qualcosa che ti stimola a proseguire?

“Sono sempre alla ricerca di quello in grado di emozionarmi, anche in un djset altrui, sono sempre alla ricerca del suono che rasenti la perfezione: provo ancora questi stimoli e mi ritengo molto fortunato. Noi dj non siamo pittori, bensì visionari. Creiamo ispirandoci a qualcosa o qualcuno che abbiamo sentito in precedenza, a differenza dei musicisti che creano dal nulla con i loro strumenti. Anche se forse non siamo poi così differenti”.

Capitolo Vannelli Family: i tuoi due figli, noti anche come Vannelli Bros, ti accompagnano a volte nelle tue serate, ma hanno anche dei loro progetti ed una loro Label che tra l’altro sta facendo un ottimo lavoro. Come gli hai passato questa passione per la musica? È stato tutto naturale, li hai in qualche modo “provocati” tu, o loro hanno voluto seguire le tue orme?

“E’ una questione genetica. I figli sono davvero parte di noi, pensano e mangiano come noi: rivivono le nostre stesse emozioni e sensazioni. La loro passione è nata in maniera naturale, senza alcuna forzatura. E nel loro percorso non vogliono essere aiutati da me”.

Parliamo di mercato, e ti chiedo un parere da “esperto”: oggi chiunque abbia un po’ di passione, intraprendenza, ed una minima dotazione tecnologica può provare ad accedere a questo mondo. Negli ultimi anni c’è stato un incremento esponenziale di Label, producer, dj, e tutto quello che ne consegue: il fatto che gli “operatori” siano aumentati a dismisura, che continuino a crescere, è un bene?

“Credo sia un bene: chiunque può sognare di diventare un David Guetta. Grazie ad internet una traccia può arrivare in un attimo sul desk giusto, alla persona giusta. Prima non era così, le strade erano più tortuose; ora come allora, però, il pubblico e il mercato hanno sempre il compito di effettuare la sintesi definitiva”.

Recentemente sono tornati di moda i vinili, soprattutto nei club e tra i djs. Tu che hai seguito tutti i passaggi, ed usato tutti i tipi di supporti, che rapporto hai con i mezzi tecnologici che sono oggi a disposizione dei djs?

“Io un ottimo rapporto sia con i vinili sia con le nuove tecnologie. Con la mia nuova Factory vorrei stampare alcune tracce in vinile, edizioni limitate di 100 pezzi ciascuna. Le chiavette usb e internet consentono di essere sempre aggiornati. Vai in aeroporto per una serata, ascolti un brano prima di imbarcarti, arrivi in albergo e lo hai già scaricato e in serata lo suoni. Tutto va così veloce, anche perché un vero dj House suona lo stesso brano non più di dieci volte in tutta la sua vita…”.

Domanda personale: Joe T Vannelli, fuori dall’ambito lavorativo, dalla radio, dallo studio, che musica ascolta?

“Ascolto di tutto: Led Zeppelin, Lucio Battisti, Pink Floyd, Riccardo Muti, Adele… Mi inchino sempre di fronte ai talenti straordinari”.

Come dj e producer hai raggiunto molti traguardi e successi, e ti sei potuto togliere parecchie soddisfazioni: qual è il sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?

“Uno soltanto? Vorrei produrre un disco con Stevie Wonder, remixare i Led Zeppelin, imparare a suonare la chitarra come Jimi Hendrix…”

Hai suonato in tutto il mondo, collaborato con artisti di vario genere e tipo fuori e dentro l’ambito della musica elettronica: qual è l’episodio più particolare che ricordi? Un posto, un evento, un personaggio…

“Una mia serata al Soap di Amsterdam. Cena in stile antica Roma, fenicotteri in laghetti artificiali, e la mia musica House!”.

Ultima domanda: cosa vorresti dire ai nuovi producer e nuovi dj, che muovono i primi passi in questo mondo?

“Individuare il proprio talento, coltivarlo, studiando e leggendo tanto. Conoscere bene, benissimo ogni tipo di musica. Non basta un corso da dj o sapere tutto quanto della dance. Il sapere non ha e non deve avere limiti. Una buona cultura fa sempre tutta la differenza del mondo”.